Visto che ormai anche l' off-topic è diventato parte integrante del blog vi propogno questo documento interessante :)
19 aprile 1943.
Autosperimentazione:
19
Aprile, 16.20: 0,5 cc di soluzione acquosa contenente 1/2 promille di
tartrato di dietilamide dell'acido lisergico via orale = 0,25 mg di
tartrato di LSD. Diluito con circa 10 cc di acqua. Senza sapore.
17.00: inizio vertigini, sensazione di angoscia, distorsioni visive, sintomi di paralisi, desiderio di ridere.
Aggiunta del 21.IV: A casa in bicicletta. Dalle 18 alle 20 circa la crisi più acuta. (Vedi speciale rapporto).
Riuscii
a scrivere le ultime parole solo con grande sforzo. Era chiaro, adesso,
che l'LSD era stato la causa dell'insolita esperienza del venerdì
precedente: le percezioni alterate erano dello stesso tipo, solo molto
più intense. Dovetti lottare per parlare in maniera intelligibile.
Chiesi al mio assistente di laboratorio, che era al corrente
dell'esperimento, di accompagnarmi a casa. Andammo in bicicletta -non
c'erano automobili in vista, durante la guerra solo pochi privilegiati
potevano permettersele. Sulla via del ritorno, cominciai a sentirmi
perseguitato. Ogni cosa nel mio campo visivo fluttuava ed era distorta,
come se fosse vista in uno specchio ricurvo.
Avevo inoltre la
sensazione di essere bloccato nello stesso posto, anche se il mio
assistente mi disse, in seguito, che avevamo pedalato di gran lena. Alla
fine arrivai a casa sano e salvo; riuscii appena a chiedere al mio
compagno di chiamare il medico di famiglia e di farsi dare un po' di
latte dai vicini. Malgrado il mio delirante stato confusionario, avevo
brevi momenti di pensiero lucido e sensato -il latte come antidoto
generico per intossicazioni.
Le vertigini e la sensazione di
svenimento divenivano a volte così forti che non potei rimanere eretto a
lungo. Mi adagiai su un divano. L'ambiente circostante aveva assunto
ora aspetti più terrificanti. Tutto nella stanza si attorcigliava, gli
oggetti familiari e i mobili presero forme grottesche e sinistre. Erano
in continuo movimento, animati, come spinti da un'irrequietezza interna.
A malapena riconobbi la vicina di casa che mi aveva portato il latte
-nel corso della sera ne bevvi più di due litri. Non era più la signora
R., ma una strega malvagia e infida dalla faccia colorata. Peggiori
delle trasformazioni grottesche della realtà esterna furono tuttavia le
alterazioni che percepii dentro me stesso, nel mio più intimo essere.
Ogni
sforzo di volontà, ogni tentativo di arrestare la disintegrazione del
mondo e la dissoluzione del mio io, parevano vani. Un demone mi aveva
sopraffatto, aveva preso possesso del mio corpo, dei miei pensieri,
della mia anima. Balzai in piedi e urlai, cercando di liberarmene,
sprofondai giù di nuovo, mi sentivo indifeso. La sostanza che avevo
voluto sperimentare mi aveva sconfitto. Era il demone a trionfare
sprezzante sulla mia volontà.
Fui assalito dal terrore di uscire
fuori di senno. Mi sentii trasportato in un altro mondo, in un altro
luogo, in un altro tempo. Il corpo sembrava avesse perduto ogni
sensazione, senza vita, sconosciuto. Stavo morendo? Era questo il
trapasso? A volte pensavo di essermi sdoppiato, e in quel momento
avvertivo, da osservatore esterno, la totale tragedia della mia
situazione. Morire senza congedarmi dalla mia famiglia -quello stesso
giorno, mia moglie, con i nostri tre bambini, era andata a Lucerna a far
visita ai suoi genitori. Avrebbero mai capito che l'esperimento non era
stato condotto in maniera sconsiderata e irresponsabile, ma con la
massima cautela, e che in nessun modo avrei potuto prevedere questo
risultato?
La paura e la disperazione aumentarono, non solo perche
una giovane famiglia stava perdendo il padre, ma anche perche ero
terrorizzato dall'idea di lasciare incompiuti i miei studi di chimica
proprio nel mezzo di sviluppi fruttuosi e promettenti. Si formò un'altra
riflessione, un'idea piena di amara ironia: questa dietilamide dell'
acido lisergico, che avevo messo al mondo, mi costringeva ora ad
abbandonarlo prematuramente.
Quando arrivò il medico, l'apice
dello stato depressivo era ormai trascorso. Il mio assistente di
laboratorio lo informò dell'esperimento, poiché io non ero ancora in
grado di formulare una frase coerente. Scosse la testa perplesso, quando
provai a descrivere il pericolo mortale che minacciava il mio corpo.
Non potè ravvisare alcun sintomo anomalo, a eccezione delle pupille
molto dilatate.
Polso, pressione del sangue e respiro erano
normali. Secondo il suo parere non c'era motivo di prescrivere alcun
farmaco. Mi fece adagiare sul letto e rimase lì a tenermi sotto
controllo. Lentamente ritornai da un mondo strano, non familiare alla
rassicurante realtà quotidiana. L'orrore si era placato e aveva ceduto
il terreno a una sensazione di gioia e di gratitudine, riapparvero
percezioni e pensieri più normali; ero quasi sicuro ormai di aver
scongiurato definitivamente il pericolo della pazzia.
Adesso, a
poco a poco, potevo iniziare a gioire dei giochi di colore e di forme
senza precedenti, che instancabili si rivelavano ai miei occhi chiusi.
Caleidoscopiche, fantastiche immagini si agitavano dentro di me, si
alternavano, variopinte, si aprivano e si richiudevano in cerchi e
spirali, esplodendo in zampilli colorati. Poi si riorganizzavano, si
incrociavano, in continuo mutamento. Era straordinario il modo in cui
ogni percezione acustica, come il rumore della maniglia di una porta o
di un'auto di passaggio, si trasformasse in impressioni ottiche. Ogni
suono creava una figura vivacemente cangiante, con i suoi colori e le
sue forme compatibili.
La sera tardi ritornò mia moglie da
Lucerna. Qualcuno per telefono l'aveva informata che stavo soffrendo di
un misterioso esaurimento Aveva affidato i bambini ai suoi genitori.
Ormai mi ero sufficientemente ripreso per raccontarle l'accaduto.
Esausto
mi addormentai. Il mattino seguente mi risvegliai rinvigorito e con la
mente lucida, benché mi sentissi ancora un po' stanco fisicamente.
Sentivo scorrere dentro di me una sensazione di benessere e di
rinnovamento. La colazione aveva un sapore delizioso che mi trasmise un
piacere insolito. Quando poi uscii fuori nel giardino, dove il sole
risplendeva dopo una pioggia primaverile, ogni cosa brillava e
scintillava di una nuova luce. Sembrava che il mondo fosse stato creato
di recente. Tutti i miei sensi vibravano in uno stato di estrema
percettività, che durò per tutto il giorno.
Questo esperimento
dimostrò che I'LsD-25 era una sostanza psicoattiva con proprietà
straordinarie. Non esisteva, che io sapessi, un altro farmaco che
provocava effetti psichici così profondi a dosaggi così bassi, e in
grado di determinare simili drammatici cambiamenti nella coscienza umana
e nella nostra percezione della realtà esterna e interna.
Quello
che sembrava più ragguardevole era il fatto che potevo ricordare
l'esperienza in ogni dettaglio. Questo poteva significare soltanto che
l'attività cosciente di memorizzazione non si era interrotta, malgrado
il profondo collasso della normale visione del mondo. Per tutta la sua
durata ero stato consapevole di prendere parte a questo esperimento,
senza tuttavia poter sfuggire al mondo dell'LsD, nonostante tutti gli
sforzi di volontà. Avevo vissuto un'esperienza assolutamente reale nella
sua dimensione inquietante, inquietante perche l'immagine dell' altro
mondo, quello familiare, era ancora preservata nella coscienza,
accessibile per il confronto.
Un altro aspetto sorprendente
dell'LsD era la sua capacità di provocare uno stato di alterazione
intenso e di vasta portata senza lasciare postumi. Al contrario, il
giorno successivo mi sentii, come ho già detto, in un'eccellente
condizione fisica e mentale.
Pensai che le proprietà di questo
nuovo composto attivo avrebbero dovuto essere impiegate in farmacologia,
in neurologia e soprattutto in psichiatria, e che avrebbero destato
l'interesse degli specialisti. All'epoca non mi sfiorò il sospetto che
la nuova sostanza, al di là del suo uso medico, sarebbe stata accolta
anche nel panorama degli stupefacenti. Nel mio primo esperimento, I'LsD
si era manifestato nel suo terrificante aspetto demoniaco, non potevo
quindi prevedere la sua trasformazione in una droga per così dire di
piacere.
Oltre a ciò, non riuscii subito a ravvisare il nesso
significativo tra le alterazioni causate dall'LsD e l'esperienza
visionaria spontanea. Questo avvenne più tardi, dopo ulteriori
esperimenti con dosaggi molto più bassi e in circostanze diverse.
Il
giorno successivo compilai per il professor Stoll il rapporto già
accennato sulla straordinaria esperienza e ne inviai una copia al
direttore del dipartimento farmacologico, professor Rothlin.
Come
potevo senz'altro prevedere, la prima reazione fu di incredulo stupore.
Arrivò subito una telefonata dalla direzione; il professor Stoll
domandò: «È sicuro di non aver commesso errori nel peso? La dose
dichiarata è corretta?» Anche il professor Rothlin mi fece le stesse
domande. Ero sicuro di questa cosa, dato che avevo effettuato il peso e
il dosaggio con le mie proprie mani. I loro dubbi tuttavia erano
giustificati in un certo senso, poiché fino ad allora nessuna sostanza
conosciuta aveva rivelato la benché minima azione psichica in dosi di
frazioni di milligrammo.
Un composto attivo di tale potenza pareva
quasi inverosimile. Il professor Rothlin in persona e due suoi colleghi
furono i primi a ripetere la prova, utilizzando appena un terzo del mio
dosaggio. Ma anche a quel livello gli effetti furono molto imponenti e
fantastici. Tutti i dubbi sulle dichiarazioni del mio rapporto vennero
eliminati.
fonte: "LSD Il mio bambino difficile" di Albert Hoffman